Francofonia è altra cosa. Non solo per il talento cinematografico, lo spessore umano del regista Aleksandr Sokurov, ma perché va oltre il film per come lo consociamo oggi: si direbbe d’impronta godardiana, per quanto e come riflette sul linguaggio cinematografico, ibrida e mashuppa filmico e profilmico, si destreggia tra formati, supporti, suoni, rumori, selezione e combinazione dei segni.
Francofonia è meta-film e oltre il film, perché se l’arte è destinata a perire tra i marosi mondani, che sono insieme della natura e della politica umana, entrambe senza coscienza, non c’è tempo. Bisogna fare in fretta, bisogna fare cinema.
Giugno 1940, i tedeschi hanno preso Parigi: il conte Franz Wolff-Metternich (Benjamin Utzerath), capo del Kunstschutz, la commissione tedesca per la pr...
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