Boris e Zhenya stanno divorziando, litigano furiosamente su tutto e il loro ménage familiare è ormai in frantumi. Entrambi si sono accasati con un nuovo partner e il figlio di dodici anni è l’ultima cosa di cui entrambi si curano. Tanto che il ragazzino sparisce nel nulla, lasciando i suoi genitori dentro un abisso nerissimo, fatto di sensi di colpa e solitudine.
Andrej Zvyagintsev, regista russo vincitore del Leone d’oro nel 2003 con Il ritorno, già in quel film parlava di rapporti familiari per esplorare un disagio più profondo, di un’apocalissi tutta interiore che investiva i personaggi, le loro esigenze, le loro mancanze...
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