Per l’attore Raúl Arévalo si tratta dell’esordio alla regia, ma già a questa prima prova il trentasettenne dimostra di conoscere i mezzi per raccontare una storia e di saperli usare davvero molto bene. La vendetta di un uomo tranquillo raggiunge un’autorevolezza artistica che alcuni registi non toccano prima di aver girato tre o quattro film e che resta miraggio per molti altri. L’encomiabile lavoro di questo film sta nel seminare quelle tre o quattro informazioni, peraltro a una certa distanza una dall’altra, lasciandole germogliare lentamente. E il raccolto non ha nemmeno un frutto bacato.
Sarebbe un danno approfondire la trama. Per certi versi anche lo stesso titolo italiano può essere visto a posteriori come fin troppo rivelatore, mentre quello originale Tarde para la ...
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